Microplastiche nell’acqua in bottiglia

Molte volte sentiamo parlare di MICROPLASTICHE ma sappiamo davvero di cosa si tratta e quali potrebbero essere le conseguenze per il nostro organismo? Le microplastiche nascono dal deterioramento e frammentazione con il passare del tempo di pezzi di plastica di grandezza normale e tendono a contaminare l’acqua che arriva nei nostri rubinetti.

Questa plastica che danneggia così tanto noi ed il nostro pianeta deriva spesso dall’abbandono delle bottiglie di plastica.

Già solo la ricerca di un minor impatto ambientale ci dovrebbe spingere a consumare il meno possibile l’acqua in bottiglia ma non è questo l’unica motivazione da prendere in esame.

Secondo il report di Legambiente e Atroconsumo intitolato “ Acque in bottiglia 2018 ” in Italia si consumano, annualmente, circa 206 litri di acqua in bottiglia a persona (per un totale stimato di 8 miliardi di bottiglie prodotte) rendendoci i maggiori consumatori di acqua imbottigliata d’Europa e secondi nel mondo.

Ma perchè continuiamo a consumarne così tanta?

Molte persone sono convinte che l’acqua acquistata al supermercato sia migliore di quella che scorre dai nostri rubinetti.

Secondo i dati dell’Istat una famiglia su 3 non si fida dell’acqua che arriva loro in casa.

Ma sapete che sono state trovate tracce di microplastica anche nell’acqua in bottiglie di plastica?

Un’analisi compiuta sull’acqua venduta da 11 grandi aziende produttrici di acqua in bottiglie di plastica di 9 Nazioni effettuata dall’organizzazione giornalistica no profit Orb Media ha evidenziato come nel 93% dei campioni osservati siano presenti particelle di plastica con una concentrazione, in media, di 10,4 particelle di plastica per litro, molto superiore rispetto al valore riscontrato nell’acqua che scorre dal rubinetto di 1,9 particelle per Mezzo litro di acqua.

Un ulteriore studio pubblicato a Dicembre del 2019 sulla rivista scientifica Water Research effettuato dai ricercatori del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano ha indagato su questa scoperta giungendo alla conclusione che la fonte di queste microplastiche sia da attribuire ai tappi delle bottiglie.

Ogni volta che apriamo il tappo di una bottiglia di plastica si liberano microplastiche che finiscono per depositarsi sul bordo della bottiglia e che vengono poi ingerite mentre beviamo. Pare che alcuni produttori si siano accorti di questo problema e che abbiano pensato a dei lubrificanti da applicare per diminuire la frizione del tappo sulla bottiglia ma ci sono ancora dei dubbi su questa soluzione.

Anche se non sono ancora stati pubblicati studi che evidenziano gli effetti negativi di queste microplastiche sulla nostra salute la comunità scientifica continua a cercare la risposta a questo grande interrogativo continuando a monitorare il fenomeno.